Aspettando la “Juta” 2 febbraio 2024

Da Maghdoux, 24 Gennaio, 2024

La Candelora è molto attesa in Campania è la festa in onore della Madonna di Montevergine, ogni anno da tutta la regione arrivano i fedeli per rendere omaggio alla Madonna nera. Un’armonica fusione tra sacro e profano unisce le origini pagane del luogo, infatti: in passato il santuario era il tempio dedicato alla dea romana Cibele* (uno dei rari tempi senza il paredro Attis**), poi trasformato in struttura monastica religiosa cristiana. 

Il 2 febbraio l’ascesa verso il santuario è accompagnata da canti travestimenti e balli al suono di nacchere e tammorre, con cantori la cui dedizione e intensità vocale sembra provenire da epoche remote, in un’atmosfera folkloristica d’intenso coinvolgimento che confluisce nella degustazione di piatti tipici di antiche tradizioni. Protagonisti di buona parte della festa sono i “femminielli” (con decisa opposizione dell’Abbate reggente il complesso monastico) devoti alla Madonna “la Mamma Schiavona”, si narra che nel 1200 durante una bufera di neve una coppia di amanti omosessuali fosse stata scoperta ed imprigionata ad un albero vicino a delle lastre di ghiaccio ma per intercessione della Vergine un improvviso raggio di sole colpì la lastra sciogliendola e salvando i due innamorati. 

La Candelora è il nome popolare attribuito dalla Chiesa e dai fedeli alla festa religiosa che si celebra il 2 di febbraio per ricordare la presentazione del Signore al Tempio ed il rito di purificazione della Vergine Maria quaranta giorni dopo la nascita di Gesù. Dalla sacra ricorrenza deriva il suo nome. Dal tardo latino "candelorum" per "candelaram" benedizione cioè delle candele. Infatti, anticamente le donne in attesa di purificazione recavano in dono alla Madonna dei ceri la cui fiammella costituiva il simbolo della fede e della redenzione dal peccato. Secondo la tradizione questi ceri benedetti sono poi conservati in casa dai fedeli e vengono accesi in qualunque momento si senta il bisogno d'invocare l'aiuto divino.

La Candelora è una festa che il Cristianesimo ha derivato dall’antichissima festa di Imbolc (festa di origine irlandese) la festa che celebra il 1 febbraio il ritorno alla luce la purificazione il risveglio. Etimologicamente Imbolc significa “festa della pioggia” o “festa del grembo” si celebra quindi un nuovo inizio rispetto al gelo di gennaio. Il simbolo della festa di Imbolc è il bucaneve il Galanthus nivalis il fiore color latte della neve simbolo di purezza che ricorda la dea Brìde o Brigit la protettrice dei fabbri degli artisti e dei guaritori. 

In epoca cristiana la festa di Imbolc venne equiparata alla Candelora e siccome la festa pagana era sotto gli auspici della dea Brigit si trasformò naturalmente nella ricorrenza di Santa Brigida il cui fuoco perpetuo acceso a Kildare contea irlandese, era una continuazione delle fiammelle di Imbolc. Ancora oggi nelle immagini popolari Santa Brigida viene raffigurata reggendo in mano un piattino nel quale arde una fiammella ed è accompagnata da agnelli e mucche proprio come la dea Brigit che li allevava. Il riferimento all’agnello è per i commentatori medievali l’emblema di Gesù Cristo.

Un antico libro irlandese il Libro gaelico di Lismore scritto nel XV secolo narra che a Roma i ragazzi usavano giocare su una scacchiera che presentava la figura di una vecchia strega da un lato che liberava un drago mentre dall’altra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. Papa Bonifacio dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla lo proibì.

La strega non è altro che la vecchia dea dell’inverno Cailleach sconfitta dalla giovane dea della primavera Brigit. Il confronto tra le due dee simboleggia le due metà dell'anno quindi Brigit e Cailleach sono i simboli della nascita e della morte dell’anno. In tale periodo ci si prepara quindi alla primavera come suggerisce un vecchio adagio in dialetto napoletano.

              “'A Cannelora estate dinto e ‘vierno fora”

Infine, mi sia consentito di ricordare il Maestro Marcello Colasurdo, nella prima “Juta” senza di lui. Amico dagli settanta, costante riferimento di musica popolare fin dai tempi del Gruppo Operaio Pomigliano d’Arco, i Zeza poi, e poi ancora Marcello Colasurdo Paranza. Ricercatore di radici musicali e storie popolari antiche. In questo caso il mito avvolge l’uomo e lo rende eterno. Unitamente va ricordata anche la figura di Giggino Capuano, instancabile motivatore di feste e tradizioni popolari dell’area vesuviana, prematuramente salito ad altre missioni. 

*Cibele è un'antica divinità anatolica, venerata come Grande Madre Idea, dal monte Ida presso Troja, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. Cibele, viene generalmente raffigurata seduta sul trono tra due leoni o leopardi, spesso con in mano un tamburello e con su il capo una corona turrita.

I due leoni rappresentano i personaggi mitologici di Melanione e Atlanta, trasformati in leoni da Giove e condannati a trascinare il carro della dea come punizione per aver profanato un tempio di quest'ultima. E’ utile ricordare che come cocchiere del carro vi è quasi sempre raffigurato Attis. 

**Un paredro, è una divinità il cui culto è associato a un'altra, genericamente di maggiore importanza e di sesso opposto. 

Vincenzo Scolese

 Canto alla Madonna 

a. All’andata 

E nui mò ngi abbiàmu e la Maronna addo’ la scuntamu?

 Mo’ che noi ci avviamo la Madonna dove la incontriamo? 

Arrivamu int’a Muntella e la Maronna ngi pare na stella…

 Arriviamo dentro Montella e la Madonna ci pare una stella… 

Arrivamu ncopp’a Cruci e la Maronna ngi faci luci

Arriviamo sopra alle Croci e la Madonna ci fa luce. 

Arrivamu a l’Auturara e la Maronna ngi rai na manu. 

Arriviamo a Volturara e la Madonna ci porge una mano. 

Arrivamu abbasciu Avellinu e la Maronna mo’ s’avvicina.

Arriviamo giù ad Avellino e la Madonna si fa più vicina. 

Arrivamu a l’Uspedalèttu e la Maronna a nui ngi aspetta. 

Arriviamo ad Ospetaletto e la Madonna là ci aspetta. 

Chi vo’ grazie ra Mamma Schiavona, ca sagliésse lu Muntagnonu. 

Chi vuole grazie da Mamma Schiavona che aspetta a salire il Montagnone? 

Lu Muntagnonu stamu sagliènne e quanta grazie ca stamu avènne. 

E il Montagnone stiamo salendo e quante grazie che stiamo avendo.

Avimmu cammenàtu tutta stanotte, p’ menì addo’ Mamma nosta.

Abbiamo camminato per tutta la notte, per venire da Mamma nostra. 

La Marònna ng’è ddatu l’aiutu, p’ fa’ priestu sta sagliùta.

La Madonna ci ha dato un aiuto, per fare presto questa salita.

Arrivamu nnanzi a lu purtonu: viéningi aprì, Mamma Schiavona. 

Arriviamo dinanzi al portone: vieni e aprici, Mamma Schiavona. 

Lu purtonu è spapantàtu, ma re luci stanne stutàte. 

Il portone si è spalancato, ma le luci sono ancora smorzate. 

La Maronna è spasu lu mantu e ngi accogli a tutti quanta. 

La Madonna ha steso il suo manto per accoglierci tutti quanti. 

Che bell’uocchi tène la Maronna, ca me pàrene doi stelle, 

Che begli occhi tiene la Madonna, che somigliano a due stelle, 

ddoi stelle illuminate, Vergine bella ca ngi uardàte. 

due stelle luccicanti con cui, Vergine, voi ci guardate.

 
b. Al ritorno 

Statti bona, Maronna mia, è fattu juornu e ngi n’avima ì’. 

Statti bene, Madonna mia, s’è fatto giorno e dobbiamo partire. 

Statti bona, Maronna mia, l’annu chi bene turnamu a benì. 

Statti bene, Madonna mia, l’anno che viene torniamo a venire. 

Si ngi vengu, ngi vengu sola, l’annu chi bene, nu bellu uaglionu. 

Se ci vengo, ci torno sola, l’anno che viene, con un bel guaglione. 

Si ngi tornu, ngi vengu zita, l’annu chi bène, nu bellu maritu. 

Se ci torno, ci vengo zita, l’anno che viene, con un bel marito

E si stesseme cchiù bicinu, nge venésseme ognu matina

Se noi fossimo più vicino, ci vedremmo tutte le mattine. 

E siccome stamu luntanu, ngi verimu na vot’a l’annu. 

Ma siccome stiamo lontano, ci vediamo una volta l’anno. 

E si nu’ nge verìmu r’ visu, nge verìmu mparavìsu.

E se non ci vediamo di viso, ci vedremo in Paradiso.

Etichette

We use cookies on our website to support technical features that enhance your user experience.

We also use analytics & advertising services. To opt-out click for more information.